Calciopoli, Juve e Moggi d'attacco
Legali: "Riaprire il processo sportivo"
Un nuovo grido si alza dopo le recenti intercettazioni venute alle luce su Calciopoli: "Rifare il processo sportivo". Lo chiedono i tifosi della Juve, ma soprattutto i legali dei protagonisti di questa vicenda. L'avvocato Zaccone, quello della "Juve in B con penalizzazione mi sembra una pena congrua", ma ovviamente anche i difensori di Luciano Moggi (Rodella, Trofino e Prioreschi), secondo i quali "quello che sta uscendo è solo l'inizio".
Nonostante tutto l'avvocato Cesare Zaccone tiene i piedi per terra, in attesa di poter tornare ventualmente in aula. "Delle nuove intercettazioni ho sentito soltanto parlare, ma non ho ancora la documentazione in mano. Dovrò procurarmela nel caso in cui, come credo, la Juventus mi chiedesse un parere sulla possibile riapertura del processo", ha ammesso parlando a Tuttosport. Ma è presto per sperare: "Se queste intercettazioni dimostrano le responsabilità di altre società, a me servono a poco perché la Juventus resta comunque coinvolta. Anche se tutti telefonavano al designatore, la consuetudine rimane pur sempre illecita. Tuttavia, cambierebbe la contestualizzazione di quei fatti, ci sarebbe una valutazione diversa del quadro generale in cui si muovevano le società di calcio. E anche la linea giudicante avrebbe potuto essere più morbida".
Ben più aggressivi, come ovvio, i legali di Moggi. "È un esercizio diabolico cavillare sui contenuti delle telefonate con l?ex designatore Bergamo. Ricordiamo che Moggi fu condannato per "illecito strutturale". Una accusa costruita in mancanza di un vero e proprio illecito sportivo (articolo 6), sommando tanti articoli 1, ovvero violazioni dei principi di lealtà sportiva, che per i giudici erano rappresentate dai rapporti fuori dagli schemi con i designatori arbitrali. Ora, quello che mi sembra emergere con evidenza dai nuovi fatti è che, a prescindere dai contenuti delle telefonate, anche gli altri dirigenti avevano rapporti fuori dagli schemi con i designatori arbitrali, quindi di per sé delle violazioni dell?articolo 1. Una violazione che viene duplicata dal fatto che queste telefonate, innocenti o imbarazzanti che siano, sono state sottaciute dai protagonisti per tutti questi anni. Se parlare con i designatori è una violazione per Moggi lo deve essere anche per gli altri", ha spiegato Paolo Rodella sempre a Tuttopsort.
Insomma, si preannunciano giorni caldi a Napoli settimana prossima, quando è prevista la nuova udienza del processo penale.
L'ARBITRO DE SANTIS: "TUTTI INNOCENTI"
"Qui tutti si stupiscono ma sono cose che noialtri diciamo da sempre e comunque non era mica vietato parlare con i dirigenti. Tutti chiacchieravano con tutti". L'ex arbitro Massimo De Santis, tra gli imputati del processo di Napoli su Calciopoli, non è sorpreso dalle nuove intercettazioni. "Si è voluto punire alcune persone - dice in un'intervista a Libero - Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto e un po' di arbitri. Gente che ha fatto quello che facevano gli altri. Chi? Moratti per esempio, ma anche il mio ex collega Collina. Le telefonate che stanno uscendo dimostrano che eravamo tutti sulla stessa barca. Quelle di Collina, per esempio, sono piu' pesanti delle mie: chiede a Meani di parlare con il 'capo' Galliani, ci andava a cena. Tutti colpevoli? No, tutti innocenti. Non c'e' nulla di penalmente rilevante, oggi come quattro anni fa". Secondo De Santis il processo sportivo "è stato una farsa, chiuso in un mese con nessuna possibilità di difendersi. Chiesi di portare prove filmate, praticamente mi risero in faccia. Ora invece si sono accorti tutti. Anche il colonnello Auricchio che ha selezionato le intercettazioni ora lavorerebbe in maniera diversa. Il processo sportivo va rifatto". De Santis ritiene che gli scudetti 2004-05 e 2005-06 li meriterebbe "la Juve. Aveva la squadra più forte. Poi c'era il Milan. L'Inter arrivava molto dopo anche se nella Supercoppa 2005 con la Juve ha vinto. Arbitravo io...".